Perché ci ho messo così tanto tempo!

Il 1998 è stato un anno importante.  Avevo appena compiuto 50 anni e avevo divorziato.

Io e un amico del college abbiamo deciso di fare un viaggio importante per festeggiare. Stavo immaginando New York o Chicago, ma pochi giorni dopo è apparso un annuncio sul giornale: vola a Milano su Continental per $ 432.  E così è iniziata la mia relazione amorosa con l’Italia.

Volare a Firenze per la prima volta in 30 anni è stato entusiasmante .

Scegliere una location nella regione del Chianti in Toscana era quello che consideravamo un sogno.  E la realizzazione di questo sogno era esattamente dove eravamo.

Abbiamo affittato un appartamento in un convento convertito, nel punto più alto, all’altezza del campanile.

Le campane risuonavano alle 6 del mattino all’interno della mia camera da letto a ricordarmi di non perdere un minuto di luce del giorno, quindi ci alzavamo presto e fatto la doccia e vestiti, partivamo per la giornata. Spesso tornavamo a casa tardi, al buio, sfiniti, ma con gli occhi pieni di bella Italia.

Nel corso degli anni ho continuato a tornare in Italia.

La mi attività di Tour Organizer cresceva rapidamente riuscivo a viaggiare 2 volte l’anno, poi di più…e improvvisamente avevo creato una piccola impresa. Ho portato i viaggiatori in Italia.

Sono molto attenta a non dire turisti. I turisti, per me, sono quelli che si muovono il più velocemente possibile per vedere ogni famoso sito, spuntando la lista del loro elenco, raccogliendo migliaia di immagini senza fermarsi mai a chiacchierare con l’uomo che vende il pesce al mercato o la donna che fa la meravigliosa pasta fresca. Incoraggio coloro che viaggiano con me ad esplorare da soli, andare in un vicolo buio a vedere ciò che è dietro l’angolo e scoprire che il cioccolato non è l’unico gusto possibile per un gelato, e parlare con i commercianti, i ristoratori, il casaro. Imparare una nuova cultura!

Ho acquisito familiarità con alcune parti d’Italia, avendo viaggiato dai laghi del nord, a Venezia e Verona, attraverso la Toscana e l’Umbria, a sud fino a Roma e la Costiera Amalfitana e più recentemente in Puglia.

Ho una cosa da dire sulla Puglia .   Perchè mi ci è voluto così tanto tempo?   La Puglia è magica. È poesia. Riempie l’anima.  È, per citare uno dei viaggiatori divertenti che ha viaggiato con me, La Puglia è “come andare in Grecia ma non devi salire su una barca e il cibo è migliore”.

Dalla scintillante città bianca di Ostuni all’antica collina di Matera ai trulli patrimonio UNESCO di Alberobello , la Puglia è piena di alcuni dei luoghi più singolari di tutta Italia. Un’altra cosa che cerco di insegnare a coloro che viaggiano con me: non aspettarti che ogni città sia famosa per qualcosa. Noi non andare in una città solo per vedere una vista. Andiamo a prendere tutto. Le chiese, i ristoranti, i negozi, i giardini e le persone: si uniscono per dare personalità ad ogni città.  E la Puglia ha molta personalità!

Abbiamo ancora molto da vedere ed esplorare, ma la mia breve lista di luoghi preferiti inizia con Locorotondo . Questa è una piccola città preziosa da scoprire piano piano.

Ho deliberatamente separato il gruppo e ho lasciato vagare tutti da soli. Potevo sentire le loro esclamazioni echeggiare mentre camminavano attraverso la cittadina immacolata, vedendo un gatto che prendeva il sole sul davanzale di una finestra, un’enorme pentola di gerani su un gradino di fronte a un piccolo bar con solo due tavoli all’esterno. Una delle viaggiatrici del gruppo ha scoperto un piccolo negozio di abbigliamento il cui proprietario ha realizzato tutti i vestiti a mano e ancora…una piccola cappella che conteneva solo una manciata di persone.

Ci siamo incontrati per un drink e tutti avevano una storia da raccontare su ciò che avevano visto. Ecco di cosa si tratta: non uno sguardo veloce e superficiale, ma prendersi il tempo di immergersi in una dimensione. Vedere le persone che lavorano quotidianamente.

Abbiamo adorato anche le città sulla costa. Abbiamo soggiornato in una località molto vicins a Monopoli e Polignano a Mare.

Visitando il porticciolo di Monopoli, ci è capitato di scorgere una folla di persone riunite. Incuriositi ci siamo avvicinati e c’era una barca da pesca legata al molo. I cittadini locali stavano acquistando frutti di mare direttamente dalla barca – pesci, polpi e gamberi che avevano nuotato solo poche ore, forse minuti prima. È stato uno spettacolo bellissimo. Mi voltai e un uomo mi fece segno di avvicinarmi alla sua macchina. Il baule era aperto e da lì vendeva fragole fresche. Ne ha sollevata una e senza pensarci ho aperto la bocca e ci è saltata dentro. Era dolce e succosa e sapeva di sole. Posso ancora sentirne il sapore. Voglio tornare indietro e averne un altra … servita proprio così.

Tutti dovrebbero andare in Italia almeno una volta nella loro vita. Ti rimane sotto la pelle. Una sola volta non sarà abbastanza.  Ma fai un favore a te stesso non lasciare la Puglia alla fine della lista dei desideri. Vai presto e vai spesso. Siediti vicino al mare e ascolta le onde.

Non vorrai mai più andartene.

Kyra Bowman

Tour Organizer
Travel with Kyra

Da dove nasce un’idea

Io, Sergio, Marta e Luca viviamo a Roma, siamo amici. Insieme abbiamo trascorso anni meravigliosi, abbiamo cresciuto i nostri figli come fratelli, ci vogliamo bene.

Ma la nostra intesa va oltre il presente.

Insieme decidiamo di realizzare qualcosa, di sommare i nostri entusiasmi, di vivere gli stessi sogni. Il progetto ci sembra da subito ad un tempo magico e concreto: recuperare un trullo del 1800, in Puglia, la terra dei nostri padri, in una contrada di Castellana Grotte. Marta sarà il nostro architetto, penserà agli ambienti giusti per accogliere i nostri amici, per fare le nostre famigerate feste piene di cibo, per far divertire i nostri bambini.

Poi strada facendo, il nostro progetto diventa sempre più articolato, rivelando potenzialità inattese e sviluppi assai stimolanti. Così, io e Sergio decidiamo di trasferirci in Puglia, per poterci mettere tutto l’impegno necessario … Probabilmente è quello che speravamo, che segretamente sognavamo: tornare a casa, con l’energia e la forza delle nostre idee e l’amore per le nostre radici.

Accadeva qualche tempo fa… ed oggi? Siamo quasi in dirittura d’arrivo… pronti per questa avventura.

Per noi, per me, per Sergio, i trulli sono una presenza familiare, fanno parte del nostro immaginario collettivo, come cartelli stradali, ci dicono che siamo a casa. Ma per Marta, per Luca, la poesia dei coni è una magia tutta nuova, un wow!, una fantasticheria che ha il potere di riportarli indietro, all’età dei giochi, all’infanzia. E attraverso il loro stupore, che si somma a quello inatteso dei nostri figli, i trulli diventano nuovi, se è possibile ancora più belli.

Noi, i nostri li  abbiamo scelti dopo un’attenta selezione. All’inizio cercavamo qualcosa di diverso, ma come spesso accade, quando ti innamori, ciò che pensavi fosse prioritario smette di esserlo e sono i particolari a fare la differenza, a rendere speciale il posto del cuore! Nel nostro caso decisiva è stata l’insolita composizione della costruzione, la campagna intorno ancora incontaminata, addolcita solo dal sapiente lavoro dei contadini.

Abbiamo deciso di comprare e sognare, abbiamo affidato il progetto ideativo allo studio di Marta Lab 36 e lei ci ha costruito su un racconto.

Per prima nasceva l’esigenza di ampliare la struttura con una zona nuova. L’architettura contemporanea avrebbe dovuto incontrare il trullo riportato all’ origine dei suoi spazi, per essere guardato, abitato, poeticamente pensato e stilisticamente “dilatato”.

Le soluzioni che Marta ci ha proposto avevano tutte elementi fortemente attraenti. Della casa patio ci piaceva l’idea della costruzione che circonda la natura, della casa che si estende l’idea dei pieni e dei vuoti e degli spazi protetti, della casa protetta che fosse l’acqua ad entrare e ad aprirsi un varco tra il dentro e fuori, del volume telescopico le intense suggestioni, del volume a botte le sezioni e i tagli, che permettono alla luce di entrare. Infine ci intrigava parecchio che ricordasse una masseria, altro topos obbligato per dei pugliesi innamorati come noi.

Abbiamo amato da subito la poesia che ispirava queste idee e ammirato la lucidità dello sguardo di chi pure pugliese non è.

Questo offrirsi senza ritrosia alla comprensione ci ricorda ancora una volta che la nostra è terra accogliente, terra che ammette la diversità come una risorsa. Per questo il tempo ne ha fatto una culla di civiltà.

Tu sai che per questo puoi sognare di farne una patria elettiva.

S.F.

La domenica a pranzo

Il cibo in Puglia è come una religione… è importantissimo, richiede conoscenza dedizione e rispetto oltre che una fede incondizionata!

Nella mia famiglia, rigorosamente matriarcale, cucina la mamma… uno dei miei ricordi più cari che ho vede mia nonna Maria intenta a fare le orecchiette sotto il cono dei trulli che hanno visto nascere tutti i suoi figli, noi nipoti siamo lì a guardare con le narici piene dell’odore di pasta fresca nell’attesa di poter ingoiare un’orecchietta cruda al distogliersi dello sguardo della nonna.

Sedersi intorno ad una tavola bene apparecchiata con i propri familiari ogni domenica è un buon modo per prendersi cura l’uno dell’altra, per parlare della propria quotidianità…per sentirsi a casa.

Da noi si mangia il ragù con le orecchiette, arrosto, finocchi e cicoria cruda, frutta di stagione…durata media del pranzo 3 ore!

Il menù può variare da famiglia a famiglia ma il tempo impiegato per il pranzo è sempre lento e lungo, importante, sacro. Le pietanze servite diventano per questo le pietanze del cuore, rievocano i momenti insieme…profumano di buono.

E’ difficile spiegare quanto la parmigiana di melanzane possa essere una festa, o le cime di rapa saltate con aglio e alici o fave e cicorie o i taralli freschi appena sfornati.

Il tempo dilatato in questo modo, sottolineato da questi sapori, odori e profumi è un tempo impiegato meravigliosamente!

Amo la mia terra anche per avermi insegnato questo: il buon cibo non è solo mangiare bene ma è soprattutto condividere un momento per il giusto tempo!

Il mare, il caffè e la luce del mattino!

Sono tornato anche per questo, qui, a casa, per questi piccoli e solenni momenti di felicità.

Svegliarsi presto, con gli occhi socchiusi e appena usciti dal sonno, aprire la finestra ed essere inondati dall’aria di mare, dal suono della risacca sulla scogliera, dalla luce del mattino. L’aria di mare, che entra in gola con ruvida prepotenza, è aria di casa, sul mare sono nato, qui sono cresciuto. Sull’acqua, archetipo materno, sul mare che è luogo di libertà, una porta sull’infinito.

E la luce, poi, la luce giovane che viene dall’est, dipinge rapida un orizzonte fantastico, colorandolo con migliaia di gradazioni di rosso, di giallo, di rosa, che s’insinuano come acquarelli nell’azzurro del cielo. Dicono che sia la luce preferita dai registi, la luce dell’est. La cercano perché è speciale dal punto di vista fotografico, ma soprattutto perché è magica, perfetta per dar vita ai loro sogni, per dar corpo ai fantasmi della loro immaginazione. Ecco, appunto, è questo essere sospesi sul limitare tra sonno e veglia, tra sogni e realtà il senso di questi momenti preziosi.

La realtà poi irrompe, con il risveglio dei sensi ma anche con la potenza consolatoria ed emotivamente rassicurante di un piccolo gesto rituale: un caffè, l’aroma e il gusto concentrati, estratti da una tradizione antica, valore minimo e insostituibile di una cultura centenaria. Un piccolo gesto nel segno dei valori dell’accoglienza, da condividere con gli altri in pause quotidiane strappate al dovere, ma anche, come in questo caso, strettamente private, reservate e intime, con i sensi rivolti verso il mondo e lo sguardo dentro di noi.

Piccoli momenti appunto, apparentemente trascurabili, che invece ci regalano una felicità lancinante e subitanea, immediata, senza che si possa nemmeno spiegarne il motivo. Forse è perché richiamano la parte più antica della nostra anima, la più segreta, ancestrale, sepolta sotto le vittorie dell’evoluzione, chiedendoci di sfuggire, anche solo per un momento, alla presunzione e alla responsabilità dell’Io, di lasciarci andare e, semplicemente, sommessamente, essere solo una parte del tutto.

Solenni, appunto. C’è del sacro in tutto questo. Una religione laica che ripensa un mondo fatto “anche di noi” e non “solo per noi”. Leggeri, liberati dal peso della consapevolezza di sé, del dover essere sempre qualcosa o qualcuno, possiamo solo vibrare alla stessa frequenza del tutto, risuonare per simpatia con il resto.

Non resta che accordare, scegliere il tempo, Andante con moto, che il mare stesso ci suggerisce e suonare insieme al resto il canone infinito che narra la storia del mondo ma ci ricorda che può fare anche a meno di noi.

Flavio MANGANARO – Musicista based in Monopoli, Puglia

La Puglia a piedi o in bicicletta in famiglia

Non sono nuovo alla Puglia. Ci torno spesso da quando, nel 2018, ho comprato e ristrutturato dei vecchi trulli nella zona di Castellana Grotte, ma soprattutto perché ho dei buoni amici che è sempre un piacere visitare.

Nel dicembre 2020, poco prima che tutta l’Italia divenisse “zona rossa”, vi ho passato quattro/cinque giorni insieme alla mia famiglia….era la prima volta che vivevo la Puglia fuori stagione….niente mare, se non da lontano….niente passeggiate serali nei vicoli di Polignano o Monopoli….niente cene o aperitivi seduti in qualcuna delle belle piazze e piazzette che queste stupende cittadine custodiscono. Qualcuno potrebbe argomentare che così non c’è gusto, ma si sbaglia. La Puglia infatti offre tanto altro, anche fuori stagione.

Nello specifico, vi voglio raccontare di una bellissima escursione fatta in quei giorni lungo il tracciato dell’Acquedotto Pugliese. Di cosa di tratta? Permettetemi qualche cenno storico….l’Acquedotto Pugliese è un’infrastruttura vitale per la Puglia….si tratta di un acquedotto costruito ai primi del XX secolo (tra il 1906 ed il 1915). All’epoca della sua costruzione, si trattò di un’opera “ciclopica”, basti pensare che la galleria di valico dell’Appennino misura più di 12Km….all’epoca solo i trafori alpini del Frejus, del Gottardo e del Sempione avevano una lunghezza superiore.

Oggi, pur mantenendo la sua originale funzione, l’Acquedotto Pugliese è “usato” come tracciato di una ciclovia affascinante (ma può ovviamente essere percorso anche a piedi), la Ciclovia dell’Acquedotto Pugliese appunto.  Si tratta di un percorso cicloturistico/escursionistico di 500 km che segue il tracciato di due condotte storiche dell’acquedotto: il Canale Principale, da Caposele (AV) a Villa Castelli (BR) – ed il Grande Sifone Leccese, che dal punto terminale del primo giunge fino a Santa Maria di Leuca (LE). Si tratta un “itinerario narrativo” unico nel suo genere che attraversa tre regioni del Sud (Campania, Basilicata e Puglia), mettendo in collegamento alcuni dei luoghi più affascinanti e ancora poco valorizzati della penisola: Alta Irpina, Vulture Melfese, Alta Murgia, Valle d’Itria ed entroterra del Salento.

Attraversare un luogo a piedi o in bici impone un ritmo più lento, che ti permette di farlo più tuo. Provare per credere!

La porzione che noi abbiamo percorso è quella che passa per contrada Cocolicchio, nel comune di Fasano. Si tratta di una sezione breve, per un totale di circa 8-10Km di cammino, quindi facilmente percorribile a piedi in una giornata, anche con bambini e ragazzi. La tappa in questione ha inizio presso la piccola frazione di Cocolicchio, un piccolo borgo di trulli molto caratteristico. Qui si vede ancora una Puglia vera e genuina….le case sono abitate dai locali, non sono tutte trasformate in B&B o alberghi di charme. Si cammina in un paesaggio semi-addomesticato….i frutteti e gli oliveti si alternano a macchie di bosco ad alto fusto. Non siamo mai molto lontani da strade comunali o provinciali, eppure non si sentono rumori “artificiali”, all’infuori di quelli prodotti da qualche contadino che lavora il suo terreno. Il sentiero è ben segnalato, con segnavia colorati a distinguere i vari tracciati. I dislivelli sono scarsi (soprattutto quando si cammina sull’acquedotto vero e proprio), ad eccezione dei tratti di entrata e di uscita dal percorso. I panorami e gli scorci sono molto belli, particolarmente quando si attraversano i bei ponti in pietra che permettono all’acquedotto di superare le asperità del terreno.

Ho intenzione di continuare a percorrere questa ciclovia insieme ai miei tre figli e ai nostri amici, magari percorrendola tutta da nord a sub, fino alla “fine della terra”. O ancora, godendocela un po’ alla volta facendo base in una delle tante belle case che si possono affittare da queste parti.

Attraversare un luogo a piedi o in bici impone un ritmo più lento, che ti permette di farlo più tuo. Provare per credere!

Luca Nardoni

Un compleanno speciale in Puglia

Nel 2019 mia madre ha compiuto 80 anni. Io e mio fratello, come spesso succede nella relazione tra figli maschi e la propria madre, avevamo solo un vago sentore di quello che Alessandra, così si chiama nostra madre, avrebbe voluto o non voluto fare per festeggiare il proprio compleanno. Fortuna ha voluto che io abbia degli amici pugliesi…dei buoni amici. Persone che, nonostante i ritmi pressanti della vita odierna, hanno ancora la voglia e la fantasia di accogliere nella propria casa chi viene da lontano…e che quando lo fanno, lo fanno bene, lo fanno con gusto. Puglia è anche questo, oltre tante altre cose….è ospitalità, sorriso, scherzo, porta aperta e tavola imbandita, musica e ciarla fino a tardi.

Chi ha la fortuna di visitare la Puglia, oltre alle bellezze naturali, storiche e artistiche che questa regione offre, dovrebbe cercarne l’anima…non c’è bisogno di un lungo viaggio, basta poco per intravederla e goderne. Nel mio caso, ritengo di esserci in parte riuscito per fortuna. E’ bastato un fine settimana organizzato per festeggiare una madre….tre giorni pieni e divertenti. Una bella casa a Polignano a Mare aperta e offerta per l’occasione, per dare intimità domestica; una giovane cuoca Paola capace di sperimentare unendo sapori e ingredienti tradizionali a piatti che hanno il mondo dentro; un piccolo gruppo di musicisti locali icipurrid, con le loro pizziche e tarante trascinanti…il tutto amalgamato alla simpatia dei nostri ospiti e alla voglia di stare insieme.

La festa è stata un successo…la festeggiata è tornata felice alla sua vita di ogni giorno, perché si porta dentro un ricordo. Auguro a tutti di avere la stessa fortuna…in Puglia non è difficile.

Luca Nardoni

Roma

Perchè ho comprato un trullo?

Due anni fa, nel 2018, ho acquistato un bellissimo trullo sito nel comune di Castellana, che ho ristrutturato. L’obiettivo del mio acquisto era principalmente di investimento, per farne una casa vacanze da affittare per brevi periodi a turisti.

Quali sono le ragioni che mi hanno spinto ad acquistare un trullo in Puglia? Perché comprare in Puglia e non in qualche altra regione d’Italia? Me lo sono chiesto varie volte.

Ogni volta mi sono sempre dato una risposta rassicurante, basata però più su sensazioni che su dati “nero su bianco”. Ove di dati si trattava, erano perlopiù dati raccolti casualmente da fonti eterogenee. Oggi che il trullo è finito ed accogliente mi sono quindi detto: “Luca, è il momento di tradurre le sensazioni in numeri e di fare un primo bilancio”.

Una risposta completa alla mia domanda deve passare da una valutazione oggettiva e, trattandosi di un acquisto “emotivo”, ovviamente anche soggettiva. Iniziamo da quest’ultima….

La Puglia è una regione che senza dubbio mi piace (se non fosse così, non avrei certamente pensato di comprarvi una casa). Mi piace per la storia che riaffiora dagli angoli delle sue città e paesi e che prende tante bellissime forme. Mi piace per l’architettura dei suoi centri storici. Mi piace per il suo mare pulito. Mi piace per la sua gastronomia, per il suo folklore. Mi piace per la genuinità della sua gente e per la cultura che vi si conserva e si tramanda. Mi piace infine per l’atmosfera spumeggiante che si respira nei suoi bar e ristoranti alla moda.

Tutto ciò giustifica un investimento immobiliare importante? Per me ovviamente sì, ma a qualcun altro potrebbe non bastare…e allora, passiamo ad un’analisi più oggettiva, basata su dati concreti, al fine di constatare se l’investimento fatto ha buone probabilità di un congruo ritorno.

Circa la storia e l’architettura pugliesi… la Puglia ospita 4 dei 55 siti UNESCO in Italia (in proporzione quindi, più che in altre regioni). La regione offre centri storici di grande rilevanza, basti pensare a Lecce o a Bari, oppure a centri più piccoli ma non meno suggestivi, quali Trani, Otranto, Alberobello, Martina Franca, Monopoli, Polignano a Mare, Ostuni e molti altri. Forse per maggiore lungimiranza delle autorità locali, i centri storici sono stati generalmente custoditi e valorizzati.

Tutto ciò rende la Puglia una destinazione oggettivamente importante per quanto riguarda il turismo culturale. Lo conferma il “Report Turismo in Puglia 2020”, nel quale si legge: “[…] le mete del turismo culturale (51,7% sul totale) hanno superato, in termini di arrivi, il dato del balneare (21%), sia perché si prestano maggiormente a una vacanza short break, sia perché i visitatori sono più uniformemente distribuiti nel corso dell’anno. Le spese per la vacanza culturale sono in crescita. Nel 2017, ogni turista culturale ha speso mediamente € 133,00 al giorno, mentre un turista balneare medio ne ha spesi € 89,00.”

Ma non solo di storia si può vivere….e il mare dove lo mettiamo?

Il mare pugliese è ufficialmente in ottima salute. La classifica 2020 stilata da Legambiente mette infatti “sul podio” la Puglia, insieme a Sardegna e Toscana. Più del 90% dei punti costieri monitorati da Legambiente hanno infatti ottenuto una “bandiera blu”. Numerosi hanno inoltre ottenuto, sempre da Legambiente, le “5 vele”, segno non solo di una magnifica natura, ma anche di un costante sforzo di gestione della stessa nel segno della qualità dell’accoglienza e della sua sostenibilità. La Puglia quindi è oggettivamente una meta balneare di primaria importanza in Italia. Anche in questo caso, i dati del “Report Turismo in Puglia 2020” sono utili: nel 2019, la Puglia ha infatti registrato 4,2 milioni di arrivi (+4% rispetto al 2018), di cui 1,2 milioni di arrivi dall’estero (+11,5%). Dal 2015 al 2019 l’incoming internazionale è cresciuto del +60% (i pernottamenti +44%).

Vale la pena approfondire un po’ i dati relativi in particolare all’internazionalizzazione del turismo in Puglia, perché da questi discendono importanti conseguenze positive per molti settori economici legati al turismo e alla ricettività in tutte le sue forme. Rispetto al 2015, il tasso d’internazionalizzazione dell’incoming è cresciuto di 7 punti percentuali, passando dal 21% al 28% in termini di arrivi.

Andando a vedere quali sono gli stranieri più numerosi in Puglia, troviamo al primo posto i tedeschi (22%), i francesi (11%), i britannici (8%), gli svizzeri (8%), gli olandesi (6%), gli americani (5%)….tutti paesi la cui ricchezza pro-capite è mediamente superiore a quella italiana. In parole povere, turisti con una capacità di spesa superiore a quella italiana, ma non solo…i dati mostrano anche che gli stranieri scelgono la Puglia per il proprio soggiorno soprattutto nei mesi di luglio (18% sul totale annuo) e settembre (17%), mostrando un trend tendenzialmente equi-distribuito nei mesi da maggio a ottobre. Il che significa che gli stranieri viaggiano anche nei mesi in cui gli italiani non lo fanno normalmente, allungando quindi la stagionalità estiva.

Altri due dati rilevanti per finire:
– nel 2019, la Puglia si è classificata all’ottavo posto per numero di presenze complessive, con una quota del 3,5% del totale nazionale, superando Sardegna, Sicilia e Liguria.
– All’interno della regione, le province di Lecce e di Bari hanno registrato rispettivamente il 25.5% ed il 28% di arrivi turistici (sul totale regionale). Quindi un investimento destinato a creare offerta ricettiva dovrebbe avere maggiore ritorno se fatto un una di queste due province.

Alla luce dei dati, posso ritenere corretta quindi la mia decisione di investire in Puglia. Cuore e ragione remano nella stessa direzione una volta tanto. Fatevi coraggio e fatelo anche voi!

Luca Nardoni